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venerdì 27 marzo 2015

Visita medica a scuola

Sono gia 5 settimane che al giovedì pomeriggio visito i bambini della scuola dell'ONG Enfance et Paix con cui JANGHI collabora per l'inserimento scolastico di bambini esclusi dal sistema pubblico.
Ho comiciato con i bambini più vulnerabili che sono quelli per i quali JANGHI paga la retta scolastica perché o sono in condizioni familiari ed economiche estremamente difficili (li abbiamo definiti "cas sociaux" o "casi sociali") o sono i talibés dei 3 Daara che hanno accettato di iscriverli alla scuola e si sa che vivono di elemosina.
Dopo aver visitato 16 "cas sociaux" e 28 talibés iscritti a scuola, ho proposto ai marabouts o oustaz che dirigono i Daara di mandarmi anche i talibés non iscritti a scuola per fare loro beneficiare dell'assistenza sanitaria.
Abbiamo cominciato con il Daara "Mame Khalifa Niass". Il marabout aveva dato istruzioni al talibé più grande di portare 10 bambini alla visita medica alla scuola.
Quando mi ha visto arrivare mi ha detto tutto preoccupato: "avevo dimenticato che è giovedì, il  giorno della settimana in cui non studiamo e siamo liberi di andare a giocare o mendicare dove vogliamo, quindi quando ho voluto selezionare i primi 10 per la visita erano gia partiti tutti e non so come trovarli. Sono riuscito a fermare in tempo solo Andalà, ora gli dico di andare a cercare gli altri, spero li trovi subito".
Gli ho detto di non preoccuparsi e a Andalà ho detto di dire ai bambini che oltre alla visita medica c'è anche un regalino. Andalà è corso tutto allegro e dopo pochi minuti è venuto con 5 talibés che ha potuto trovare lungo la strada.
Erano tutti e 6 un po' spaventati di vedere questa "toubab" (la donna bianca) con il camice bianco che fa subito pensare alle iniezioni o altre cose terrificanti di cui hanno sentito parlare (quasi nessuno di loro si ricordava di essere mai stato dal medico), ma nello stesso tempo curiosissimi del "regalino" di cui ha parlato loro Andalà.


Dopo che mi hanno sentito parlare wolof, dire loro il mio nome spiegando che sono una dottoressa che cura i bambini in un Centro li vicino e che NON faccio punture, si sono rasserenati e hanno seguito con grande interesse le mie spiegazioni su come si svolgerà la visita .
"Vedete? prenderò il vostro peso su questa bilancia, misurerò la vostra altezza poi ascolterò il vostro cuore. Sapete cos'è il cuore, vero? Sapete perché è così importante, vero? è la pompa che fa circolare il sangue in tutte le parti del nostro corpo, le nutre e le fa vivere. Sapete dov'è il vostro cuore? No, non sotto la gola, ma li sul petto, a sinistra... mettete la vostra manina sul vostro petto e lo sentirete battere... E i polmoni? sapete a cosa servono?"... E così via, più spiegavo e più si entusiasmavano, a volte scoppiavano a ridere e alla fine ciascuno voleva essere visitato per primo.

Ho cominciato a riempire le schede. Nessuno sapeva quanti anni aveva, impensabile ottenere la data di nascita. Solo due dei più grandi mi hanno saputo dire da quanti anni erano al Daara (5 e 4 anni) ma poi, chiedendo quante Tabaski (la festa mussulmana annuale più importante) hanno fatto nel Daara sono riuscita a farmi un idea. Tutti venivano dai villaggi del Saloum (una regione all'interno del Senegal) o del Gambia, paese frontaliero. I loro genitori sono contadini o pescatori.

Ho cominciato con Mohamed, il più piccolino. Che tenerezza... l'ho riconosciuto subito... è lui che avevo visto al suo Daara, una sera alle 11, seduto su una stuoia, con la tavoletta del Corano accanto, gli occhi stanchi, perduti... e mi si era stretto il cuore... un bimbetto così piccolo, lontano dalla mamma....
Ma oggi é tutto allegro. Non sa rispondere a nessuna delle domande che gli facevo e guarda Cheikh, uno degli altri 5 talibés, fratello minore di suo padre che avrà solo pochi anni più d lui, che non lo lascia mai, ed è lui che mi ha spiegato. Vengono entrambi dal Gambia, Mohamed è arrivato quest'anno, pensa abbia 7 anni (a vederlo ne avrà massimo 5) suo papà è aiuto meccanico.
Alla fine della visita gli ho dato il "regalino" promesso: una bustina monodose di latte in polvere e due biscotti fatti col frutto del baobab. I suoi occhi brillavano di gioia come se gli avessi regalato chissà cosa e subito ha diviso i biscottini con gli altri. Ho detto loro che ciascuno ne avrebbe avuti ed è stata una festa.
Ma prima di terminare spiego loro perché è così importante lavarsi i denti.
Molti di loro hanno una pessima igiene della bocca e sui 50 bambini visitati finora ce ne sono 12 ai quali ho dovuto fare iniziare cure dal dentista del Centro di Salute Comunitario dove lavoro. A 6 di loro ha già dovuto togliere uno o due denti talmente erano distrutti dalla carie.



Mi ascoltano interessatissimi mentre spiego loro come i microbi scavano nei loro dentini di notte mentre dormono se vanno a letto senza avere prima lavato bene i denti.

Grazie a JANGHI abbiamo potuto non solo fare curare i denti ai bambini che ne avevano bisogno e dare a tutti uno spazzolino da denti col dentifricio, ma abbiamo potuto anche instaurare un trattamento alla maggior parte delle patologie diagnosticate: amministrato vermifughi contro le parassitosi intestinali, curato infezioni della pelle e del cuoio capelluto, dato un sostegno alimentare ai bambini sottopeso.

La salute è un diritto fondamentale. Un immenso grazie a tutti i sostenitori di JANGHI.


post di Maria Laura Mastrogiacomo Mbow
(Lala Maria Laura su facebook)

1 commento:

  1. Se ci sono delle Madri Teresa nella società civile laica, tu sei una di loro. Una donna fuori del comune.

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