Mi devo alzare, è ora di prepararsi per andare a scuola.
Mi siedo sulla stuoia ancora tutta bagnata dove abbiamo passato la notte stretti gli uni agli altri per scaldarci, la mamma e i miei fratellini e sorelline più piccole... lascio mia sorellina dormire sotto i pagnes, la mamma e gli altri si sono gia alzati... mi stropiccio gli occhi... guardo intorno a me...il terreno dove abitiamo mi sembra diventato immenso...
Guardo i pezzi delle nostre baracche buttati per terra. Si stava bene la dentro al calduccio. Ora non c'è più niente che ci protegge sopra le nostre teste di notte. Solo le stelle.
Vedo i miei amici delle altre baracche guardare anche loro un po persi tutte le cose buttate qua e la... legni, lamiere, bidoni d'acqua, secchi.... Menomale che la mia cartella l'avevo messa qui vicino alla stuoia in modo da trovarla subito alzandomi. Tiro fuori la divisa che grazie al cielo è rimasta asciutta. Vado a lavarmi con l'acqua gelida del bidone che mi ha lasciato la mamma laggiù in quell'angolo dietro una lamiera tirata su fra due legni. Mi vesto.
Non ho fame. Ho male alla pancia.
Vado a cercare i miei amici e amiche dei terreni vicini, che vanno a scuola con me.
Anche da loro tutto è distrutto. Hanno buttato giu anche la baracca dove c'erano due gemellini nati da poco. In certi terreni le mamme avevano gia messo le cose un po a posto. In altri tutto era in disordine, non si sapeva più cosa apparteneva a chi.
Ho trovato i miei amici seduti chi su un sasso, chi su una tavla di legno... tutti con gli occhi fissi sui resti delle loro baracche, in silenzio.
Sono sicuro che anche loro non sanno.
Perché ci hanno distrutto le nostre case? Perché?
So che anche loro, come me non osano chiedere niente. Queste sono cose dei grandi e un bambino non deve fare domande.
Ma io la domanda ce l'ho nella mia testa che non mi lascia in pace... Perché? Viviamo qui da tanti anni... io sono nato qui, in questo terreno. Perché proprio adesso sono venuti a distruggere le nostre case?
Da quando ci sono quegli uomini in divisa con i loro fucili che controllano le macchine per strada questo quartiere è cambiato. Non è più animato come una volta... non sono più tanti passanti come prima che venivano ai ristoranti della punta... e che compravano le arachidi e la frutta alle nostre mamme. Tutto è calmo e silenzioso. Dicono che ci potrebbero essere dei terroristi che fanno attentati come negli altri paesi. Ma noi cosa c'entriamo?
Tutto è accaduto così presto...l'altro ieri mattina, sabato, degli uomini con le auto della municipalità sono venuti ... hanno detto che avevano l'ordine di distruggere tutte le baracche. I papà e fratelli più grandi hanno cercato di discutere ma non c'è stato niente da fare, hanno detto che ci avevano avvertito gia da una settimana e peggio per noi se non ci siamo preparati.
Molte mamme piangevano. La mia aveva gli occhi rossi come ieri sera prima di dormire e stamattina quando l'ho salutata.
Alcuni miei amici sono stati più fortunati. non vivevano in una baracca ma in una delle stanze di una casa abbandonata e quella non l'hanno distrutta. Ma tutte le stanze sono state prese d'assalto da molte famiglie rimaste senza tetto e alla fine hanno dormito quasi peggio di me, pigiati fra la gente.
Si preparano per venire a scuola con me. Intanto chiacchiero con le loro sorelline che cercano di scaldarsi intorno al fornello fatto con tre pietre e un po di legna.
Hanno freddo quanto me e sono piccoline.
Ho voglia di piangere... tutto è triste intorno.
Ma ecco che arrivano i miei anmici e quando stiamo per partire mi chiama Salimata, la mia cuginetta preferita con il bebé di una vicina che tiene fra le braccia.
Mi dice "buona scuola!" e mi fa un sorriso.
E tutto mi sembra tornato come prima... e la giornata di colpo diventa bella.