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domenica 22 marzo 2015

Nel cuore di un Daara senegalese


Erano gia le 7 di sera, avevo avuto molti malati quel pomeriggio al consultorio pediatrico del Centro di Salute di Nabil Choucaire. Ed ecco che arriva un ultimo paziente: un bambino portato da un poliziotto che mi chiede di fare un certificato medico. Un piccolo di 7 anni, piedi scalzi, maglietta bucata. La sollevo e vedo con orrore tutte le ferite sulla schiena. Ferite tipiche di terribili frustate. Gli chiedo cos'é successo. "ieri sera non ho portato i 400 Fr richiesti e il marabout mi ha punito". Sono sconvolta. Ancora un talibé sfruttato e torturato. Non é possibile. Questo bambino doveva essere a casa sua, con sua mamma, suo papà, andare a scuola, giocare. Invece eccolo qui, in un Daara o scuola coranica, a centinaia di kilometri da casa, affidato da più anni ad un marabout per imparare il Corano, privato dell'infanzia e dell'affetto dei genitori, costretto a mendicare per mantenere se stesso e i responsabili del Daara.
Il poliziotto mi assicura che non tornerà dal marabout. Che sarà preso in carico dalla "maman" al quale il bambino si era confidato e che il marabout e i genitori saranno convocati e ci sarà un inchiesta. 
Per uno salvato, quanti altri rimangono a subire questa situazione? mi chiedo io.

Chiunque viaggia attraverso il Senegal incontra in ogni città i piccoli talibés che girano a mendicare per le strade, a piedi nudi con una ciotola o una scatola di conserva vuota in mano. 

E' una situazione che colpisce e interpella tutti, dal governo senegalese alle organizzazioni internazionali come l'Unicef, tutte le associazioni umanitarie fino ai singoli cittadini senegalesi che chiedono che i diritti del bambino vengano rispettati, che smettano di mendicare, che vadano a scuola e che non si accettino più situazioni in cui vengono sfruttati e picchiati.Alla televisione senegalese avevano perfino fatto un teatro wolof per denunciare questa situazione.
Malgrado tutti gli sforzi intrapresi da  tanti anni, la situazione é rimasta incambiata 
Com'é possibile) Come possono dei genitori mettere i loro figli in queste condizioni? Perché quando il governo prende delle decisioni per chiudere un Daara le popolazioni si ribellano? Cosa c'è di così importante per la società senegalese da difenderli anche quando si vedono simili abusi?

"Il fenomeno dei Daara - mi spiega un amico e collega - é sempre esistito da quando é arrivato l'Islam in questa parte dell'Africa, ha educato migliaia di senegalesi, me compreso, e fa profondamente parte della nostra società e cultura. E' con l'urbanizzazione e la riduzione del controllo sociale che simili deviazioni e abusi come lo sfruttamento dei bambini sono diventati possibili".

In attesa che le recenti misure prese dal governo senegalese in coordinazione con i leaders religiosi permettano di trovare una soluzione alla mendicità e alle dure condizioni di vita dei talibés, l'associazione Janghi, in collaborazione con l'ONG senegalese Enfance et Paix, cerchiamo di conoscere più a fondo questa realtà e trovare insieme ai responsabili dei Daara (o "oustaz") che mostrano un interesse all'educazione più globale del bambino e si dissociano dalle pratiche di sfruttamento e violenza sui talibés, soluzioni alternative.

Grazie al sostegno di Janghi, il CREC (Centro di Ricuero ed Educazione Civica) dell’ONG Enfance et Paix, che offre l'istruzione scolastica ai bambini che ne sono stati esclusi, ha potuto accogliere quest'anno 29 talibés di 3 diversi Daara che ne avevano fatto la domanda.
Fra questi batte il record il Daara Mame Khalifa Niass con l'iscrizione di 19 talibés.

Un marabout o "oustaz" che chiede che i suoi talibés possano beneficiare dell'istruzione scolastica oltre al suo insegnamento del Corano ed é disposto per questo a non mandarli a mendicare, mostra un apertura e preoccupazione profonda per il futuro dei bambini che ha in carico.

Oggi sono andata a trovarlo per farmi spiegare i principi e la storia del suo Daara.

E' un uomo di una certa età, con la sua barba bianca, alto e con un aria piena di dignità e nello stesso tempo accogliente e aperta.
Ci accoglie nella sua stanza, in questo semi-interrato che divide con i talibés. Questa stanza, equipaggiata solo da un grande letto e 3 vecchie poltrone consumate, gi serve da camera da letto, luogo per accogliere gli ospiti e aula per insegnare il Corano.

I Daara, mi spiega l'oustaz, sono dei centri di educazione dove si trasmette ai bambini non solo la conoscenza dei principi del Santo Corano (che imparano a leggere e recitare a memoria) e della Sunna del Profeta Muhammad (Psl.), ma anche tutto un saper vivere, un comportamento e dei valori ispirati all'Islam "thiossanou Islam". Il bambino impara ad affrontare le situazioni difficili, ad essere umile, dividere con gli altri e sviluppare la solidarietà, per poter essere utile alla famiglia e alla comunità "bugge sa rew, dimbele sa diabot".
Migliaia di giovani provenienti anche dai villaggi più  sperduti di tutto il Senegal e dai paesi vicini, sono formati ogni anno fin dall'epoca pré-coloniale, nei Daara distribuiti in tutto il paese..



Questo Daara é stato fondato dal nonno dell'attuale oustaz, nel villaggio di Niayene, nel Saloum, vicino alla frontiera col Gambia.
Lo ha chiamato "Mame Khalifa Niass " ("Mame" = nonno) dal nome del marabout che era stato il suo oustaz





Suo figlio, poi il figlio di suo figlio, l'attuale oustaz, originari di Niayène, sono stati prima talibés nel daara del padre poi, dopo un ciclo di perfezionamento religioso di 3- 4 anni in un altro daara, sono divetati a loro volta oustaz predendo il posto del padre,
A Nyayene l'alimetazione dei talibés era assicurata grazie al loro lavoro nei campi durante la stagione delle piogge e grazie anche al contributo in cereali (miglio) dei contadini della comunità.

Ma un lungo periodo di carestia dovuta alla mancanza di piogge per più annate sucessive obbligò l'attuale oustaz a partire con i suoi talibés. Si installò a Dakar, alle Parcelles Assainies, dove un notabile originario della stessa regione, mise a disposizione del Daara il semi-enterrato dove vive tuttora.

Invece di coltivare i campi i talibés contribuiscono per la loro manutenzione e quella del Daara mendicando per strada..

Da allora oustaz ha formato molti talibés alcuni dei quali, divetati grandi, gli affidano a loro volta i propri figli.

Attualmente ha una quarantina di talibés e due assistenti per l'insegnamento del Corano. Suo figlio maggiore lo aiuta nell'inquadramento dei più piccoli, in attesa di andare a completare la sua formazione in un altro Daara.




I talibés vivono in una stanza con un entrata indipendente e separata dalla sua da un cortile interno per la cucina e il bucato.






Da pochi giorni è finita la costruzione del locale per il Daara fatta dalla comunità e i più grandi ci si sono trasferiti

I più grandi gia installati nella nuova costruzione offerta dalla comunità






Per dormire hanno delle stuoie o fini materassini di spugna ormai vecchi e consumati che dividono in due o tre perché non sono sufficenti.

La mattina alle 5, quando é ancora buio, i talibés si svegliano per lo studio del Corano,
ciascuno con la sua tavoletta di legno,








o con un libro, leggono, recitano e scrivono in arabo versetti del Corano e vengono interrogati dal oustaz e i suoi assistenti.



La mancanza di applicazione nell'imparare, mi spiega oustaz, é la sola ragione per la quale possono a volte venire puniti fisicamente ma mai frustati o feriti. Si riferisce alla situazione che gli ho raccontato del bambino portatomi dal poliziotto, insistendo nel dissociarsi totalmente da certe pratiche contrarie, secondo lui, ai principi dell'Islam.
Verso le 7 i talibés escono con la loro ciotola a mendicare per le strade. Verso le 10 tornano con cio che sono riusciti ad ottenere che sevirà alla moglie di oustaz e le altre donne del daara per preparare il pranzo per tutti.
Al pomeriggio stessa cosa.... Corano - mendicare - cena - Corano fino alle 23.

"L'attività di mendicare fa parte integrante dell'educazione dei talibés", mi spiega l'oustaz. Aiuta a "oyofal kholam" (rendere leggero il cuore), sapere essere al di sopra delle difficoltà ma anche imparare a comunicare, tenendo conto dell'altro: saper parlare con gentilezza e umiltà "kholam bu noy" senza mai perdere la dignità e distinguendo con chi.
In realtà solo i più piccoli (dai 6 ai 12-13 anni) vanno a mendicare. I più grandi sono stati affidati ciascuno ad un artigiano o un commerciante per imparare un mestiere. Pur non contribuendo alla loro alimentazione continuano ad essere mantenuti dal Daara senza che i piccoli si sentano sfruttati per questo. I compiti sono suddivisi. Tutti si impegnano ma in modi diversi secondo la situazione. Per questo, spiega oustaz, non é normale esigere una somme fissa dai talibés. Tutti sanno che a volte può adare bene e a volte no e che alla fine ci si dividerà quello che c'é.
Inoltre, mi spiega oustaz, il ricavo della mendicità e solo una delle fonti delle quali dispone un Daara. La comunità contribuisce in vari modi, anche  portando doni e alimenti direttamente all'oustaz.
E quando non ci sono i soldi per un bisogno essenziale come per l'acquisto di medicine in farmacia, l'Imam della moschea organizza una colletta dopo la preghiera e i fedeli contribuiscono. Il Centro di Salute vicino  cura i talibés senza farli pagare. Infine essendo l'oustaz particolarmente aprezzato nel quartiere la comunità ha finanziato la costruzione di un locale per i talibés con i servizi igenici e acqua corrente quasi terminata e gia utilizzata dai talibés più grandi.
L'oustaz, dal suo lato, assiste l'Imam della Moschea per la preghiera.

In quanto alla sua decisione di permettere ai talibés che lo desiderano, di frequentare anche la scuola "francese" (come dicono qui del sistema scolastico senegalese ufficiale) grazie all'aiuto di Janghi e Enfance et Paix, lo ha fatto perché é convinto che i talibés potranno essere ancora più utili alla società che decidano di diventare Imam, oustaz o semplici lavoratori.

L'insegnamento della "scuola francese" permette una comunicazione molto più grande ed offre la possibilità di informarsi su tutto molto più facilmente. Gia solo in questi due primi mesi di scuola ha visto grandi cambiamenti nella potenzialità dei talibés che ne hanno beneficiato e sorridendo mi dice che per la prima volta ha potuto sapere subito quant'era la fattura di elettricità perché i bambini gliel'hanno letta.


post di Maria Laura Mastrogiacomo Mbow
(Lala Maria Laura su facebook)

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